CAPITOLO 22
" Il forte abbaiare del cane svegliò improvvisamente Matteo, che a quell’ora dormiva ancora pesantemente.
Il pastore maremmano messo a guardia della sua proprietà di rado abbaiava cosí forte.
Doveva essere successo qualcosa! Cercò la felpa che aveva lasciato accanto al letto prima di addormentarsi e uscí di corsa dalla sua stanza.
In un attimo di lucidità tornò indietro e prese il fucile.
La prudenza non era mai troppa, soprattutto quando si viveva soli, in un bosco lontano chilometri dal primo centro abitato.
In realtà non era da solo.
Nella casa accanto alla sua vivevano i suoi aiutanti, altri braccianti agricoli
come lui, che lo aiutavano a portare avanti le attività dell’agriturismo.
Matteo corse fuori e vide che il cane Romeo girava intorno a qualcosa. Dapprima Matteo credette si trattasse di un sacco, ma si rese presto conto che era un corpo.
Cercò di allontanare l’animale, poggiò a terra il fucile, si chinò e vide che, riversa a terra, c’era una donna.
Una giovane donna.
La girò su sé stessa. Respirava, anche se debolmente.
Tentò di toglierle dal viso alcune ciocche arrufate di capelli, ma erano come
incollate a causa del fango. Sul corpo si notavano lievi graffi, ma niente di allarmante.
Era bagnata, sporca di fango e terribilmente fredda.
Cosa ci faceva una ragazza in quelle condizioni nella sua proprietà? "
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